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Come uccidere se stessi nel passato per usurparsi il marito

(e godersi la pensione vedovile nel presente)

«Per capire qual è il ruolo della Cronopolizia è di fondamentale importanza apprendere le basi del viaggio nel tempo» disse il Maggiore Adams mentre varcava la soglia della sala riunioni.
La recluta si guardò intorno col fare di chi entra per la prima volta in un posto sconosciuto, un misto di curiosità e di sorpresa rafforzati dall’entusiasmo per la sua nuova carriera da Cronopoliziotto. Adams si diresse lentamente verso una sedia, la spostò e vi si sedette a fatica. Poi guardò il nuovo arrivato e gli fece cenno di prendere posto. Clark obbedì continuando a guardarsi intorno incuriosito.
«Ascolta attentamente, figliolo, perché non ho alcuna intenzione di ripetere nulla» lo apostrofò severo Adams.
«Come scusi?» disse Clark cascando dalle nuvole.
«Ho detto che non ho intenzione di ripetere nulla. Entri oggi a far parte della squadra di Cronopolizia, ed è di fondamentale importanza apprendere le basi del viaggio del tempo, per capire qual è il suo ruolo.»
Adams tossì, quel tipo di tosse catarrosa di cui solo gli anziani sono capaci. Poi proseguì:
«Come tutte le più grandi scoperte dell’era moderna, ci volle del tempo per capire come sfruttare il viaggio nel tempo. Ironico. Fatto sta che il suo scopritore, il professor Hunter, fu fortemente deluso quando si accorse di non poter viaggiare nel futuro. Il che risolse in partenza i problemi del paradosso secondo cui se vai nel futuro per ottenere la risposta a un quesito e torni nel presente, viene a mancare nel passato il motivo stesso per cui sei andato nel futuro e tutte quelle seghe mentali lì e via dicendo. La perdita di questo paradosso causò il licenziamento di mezza facoltà di Filosofia, un evento che noi scienziati ancora ricordiamo con commozione. Ma sto divagando.»
«Esiste una facoltà di Filosofia?» chiese perplesso Clark. Adams ridacchiò.
«No, non più, sia ringraziato il cielo. Tra poco ci arrivo. Dimmi, ragazzo, se tu avessi tra le mani una macchina del tempo che non può andare in avanti, cosa faresti?»
«È una domanda trabocchetto?»
«No figliolo. Questa è una domanda trabocchetto: secondo te qual è la più carina delle mie amiche?»
«Non la seguo, signore.»
«Evidentemente non sei mai stato sposato. Comunque, la cosa più logica da fare fu tornare indietro nel tempo. E tutto funzionò a meraviglia, altrimenti non saremmo qui a parlarne. La seconda cosa più logica da fare fu tornare indietro nel tempo coi numeri vincenti della lotteria e giocarli. Cosa che, per inciso, Hunter fece. Ma al ritorno nel presente il suo conto in banca era ancora triste e desolato come l’isola di Creta d’inverno. Sei mai stato a Creta, ragazzo?»
«No signore.»
«Certo che no, la affondammo durante la Quinta Guerra Mondiale. Non eri ancora nato. Comunque, non potendo andare nel futuro e non potendo modificare il suo presente, Hunter fu sopraffatto dallo sconforto e si impiccò nel suo laboratorio. Fu scoperto poche ore dopo dalla moglie, che si infilò nella macchina del tempo e tornò a poco prima che il marito si suicidasse nel tentativo di salvarlo. Riuscì a fargli cambiare idea, tornò nel presente col cuore carico di ritrovata speranza e si trovò davanti il cadavere del marito che ancora penzolava dal soffitto.»
«È una storia orribile» commentò costernato Clark.
«Tutt’altro» disse Adams «tutt’altro. La moglie, Agatha Swanson, non si diede per vinta e ci riprovò. E fu così che fece la scoperta che ci permette di essere qui ora. Tornando indietro nel tempo, ritrovò se stessa intenta a salvare il professor Hunter. Vide se stessa compiere le stesse, identiche azioni che aveva poc’anzi condotto. Da lì, l’intuizione. Lo spazio-tempo è una catena di istanti uniti da uno stretto rapporto di causa-effetto: le condizioni di un dato momento determinano ciò che succederà all’istante successivo. Se torni indietro nel tempo a un dato istante ne modifichi lo stato, crei un nuovo fronte temporale e gli istanti successivi verranno sovrascritti di conseguenza di volta in volta. Insomma, il tempo si comporta esattamente come una VHS.»
«Che cos’è una VHS?»
«Mi fai sentire vecchio. Senti, non importa cosa è una VHS. Fatto sta che la Swanson fece successivamente altri viaggi nel passato per definire meglio la fisica dello spazio-tempo. Ogni istante della storia crea il proprio successore, sovrascrivendolo in caso di modifiche. È anche il motivo per cui dal presente non è possibile andare nel futuro: sono istanti non ancora creati. Questa scoperta le valse ovviamente il Nobel.»
«Per la fisica.»
«No, per la letteratura. Il suo libro Come uccidere se stessi nel passato per usurparsi il marito (e godersi la pensione vedovile nel presente) andò a ruba. Ma questo fondò le basi per la cronoscienza attuale. Sai, al tempo c’era un protocollo de facto su come ci si sarebbe dovuti comportare una volta in possesso della capacità di tornare nel passato. Tre erano i punti universalmente riconosciuti: uccidere Hitler, uccidere il proprio padre, ingravidare la propria nonna per diventare nonno di se stessi.»
«Mi permetta il commento, signore. Era un’epoca che mi è difficile da capire.»
«Lo so. Lo è tuttora per noi che l’abbiamo vissuta. Comunque, la sovrascrittura del passato rendeva inutile ciascuno degli scenari. L’uccisione di Hitler non avrebbe salvato nessuno nel presente, avrebbe solo creato un passato migliore. L’uccisione del proprio padre non avrebbe pregiudicato l’esistenza del viaggiatore stesso, né si sarebbe potuti essere nonni di se stessi. Il crollare di questi ultimi due punti fu ciò che causò il licenziamento dell’altra metà della facoltà di Filosofia, ed ecco perché tu ne ignoravi l’esistenza.»
Adams tossì di nuovo e premette un pulsante sul tavolo. Un ufficiale entrò dalla porta con un vassoio, due bicchieri e una bottiglia d’acqua. Adams si versò da bere e tossì di nuovo.
«Serviti pure, se hai sete. Dopo 120 anni di vita non ho più le corde vocali di un tempo, e ho bisogno di acqua per poter parlare così a lungo. Allora, dov’ero rimasto?»
«Qualcosa tipo ingravidare Hitler, signore.»
«Ah sì. Comunque, senza più obiettivi prefissati, fu il caos. Ci fu chi andò a Gerusalemme nell’anno 30 per diventare un seguace di Gesù, chi cercò di sventare l’assassinio Kennedy, chi tornò a Gerusalemme nell’anno 33 per far crocifiggere quello che era andato nell’anno 30, chi fece conoscere l’energia elettrica agli antichi Romani e, questa è la mia preferita, ci fu un gruppo di ragazzi di Reykjavik che si fece trovare sulla spiaggia di San Salvador il 12 ottobre 1492 per far credere a Colombo di essere giunto in Islanda. Dopo qualche tempo la moda passò e le macchine del tempo vennero lasciate alle facoltà di Storiografia in tutto il mondo, con l’intento di riscrivere una versione oggettiva della storia e rendere giustizia alla memoria dei popoli che furono.»
Adams bevve un altro sorso d’acqua e posò il bicchiere, guardando negli occhi Clark, speranzoso di ottenere un’obiezione da lui.
«Chiedo scusa, signore» disse la recluta «ma se il passato era stato sovrascritto, come è stato possibile ricostruirlo?»
Adams sorrise soddisfatto, riempiendo il suo volto di rughe. «Proprio quello che volevo sentirmi dire. Ecco perché sei stato l’unico del tuo corso a passare le selezioni. Quanti eravate al test, figliolo?»
«Quale test, signore?»
«Come, quale test? Come sei stato scelto tu tra tutti i candidati?»
«Ero l’unico candidato, signore.»
«Ah. Comunque sì, hai detto bene: fu un grandissimo problema per gli storiografi. La storia, così com’era stata originariamente concepita, era ormai irrimediabilmente tarlata. C’erano zone di spazio-tempo dove nulla aveva più senso, i Maya col cellulare, Napoleone in sella a una motocicletta, nativi americani nelle riserve islandesi. Fu allora che i governi mondiali decisero che fosse il caso di ideare un corpo speciale preposto alla salvaguardia del passato, e nacque così la Cronopolizia. Il nostro ruolo è scovare, correggere e punire le singolarità nello spazio-tempo, così come qualsiasi cronoattività clandestina, affinché il passato mantenga la sua integrità. Seguimi.» Adams si alzò lentamente dalla sedia con un’espressione di fastidio. «Andiamo nella Sala Analisi, lì ti spiegherò il funzionamento del ripristino temporale.»

La Sala Analisi si presentava come un enorme laboratorio informatico con un centinaio di terminali in fila, ciascuno occupato da un tecnico. Adams si diresse al più vicino dei colleghi, gli posò una mano sulla spalla e si rivolse a Clark.
«Recluta, questo è il Sergente Johnson.»
«A dire il vero sono il Sergente Maguire, signore» rispose lui «la postazione del Sergente Johnson è dall’altra parte della stanza, signore.»
Adams lanciò un’occhiata al lungo salone, al termine del quale il sergente Johnson agitava il braccio per farsi vedere.
«Siamo entrati dalla porta sbagliata, figliolo» disse Adams con una nota di disappunto «vorrà dire che ti spiegherò tutto strada facendo. Qui è dove lo spazio-tempo viene analizzato alla ricerca delle discontinuità in seguito a viaggi clandestini.»
Adams si incamminò lentamente verso il fondo della sala. «Ogni terminale è collegato col motore centrale che analizza il timestamp temporale di ogni istante nella storia. Se non capisci qualcosa, interrompimi pure.»
«Non mi è chiaro il concetto di timestamp, signore» disse Clark.
«L’età degli atomi di cui sei composto indica la tua epoca di provenienza, ragazzo. Quello è il tuo timestamp. Tutto, qui, ha lo stesso timestamp. Ma se nel 1200 troviamo un istante che contiene atomi del 2100 possiamo star certi che qualcuno si sia fatto un bel viaggetto nel passato.»
«Come fate a controllare l’intero spazio-tempo? Credevo che spazio e tempo fossero infiniti» obiettò Clark.
«Lo spazio, forse. Il tempo è vasto, ma numerabile. Esso è composto di istanti di durata fissa, gli stati di cui ti parlavo prima. Esattamente come i fotogrammi in una VHS. Tu sai cos’è una VHS, sì?»
«A dire il vero no, signore.»
«Mi fai sentire vecchio. Comunque, visto che il passato è vastissimo, la nostra sede si occupa solamente del XIV secolo. Dov’ero rimasto?»
«Parlava di trovare discontinuità nel timestamp.»
«Ah già. Attualmente, il protocollo ufficiale di viaggio nel tempo stilato dai Ministeri di Storiografia ammette il ritorno nel passato a solo scopo di osservazione, e solo ed esclusivamente se si procede con l’invio di un cancellatore all’istante precedente. Chi viaggia senza cancellatore è un clandestino e va punito. Tutto chiaro?»
«No signore. Sono particolarmente confuso.»
«Bene, bene. La confusione porta curiosità e la curiosità porta conoscenza. Quale parte non ti è chiara?»
«Quella parte riguardo tutto ciò che ha detto poc’anzi, signore.»
«Quella sull’idrogeno?»
«Idrogeno?»
«L’idrogeno nel buco nero?»
«Signore, sta cercando di mettermi alla prova?»
«No, figliolo. Questo è metterti alla prova: non importa se c’è la finale di Champions, stasera mia mamma verrà a cena.»
Clark guardò Adams con espressione spenta.
«Non sposarti mai. Comunque, non ti è chiaro l’uso dell’idrogeno come cancellatore?»
«Sì, signore» disse Clark, confuso.
«Come ti ho già detto, il tempo si sovrascrive. Ogni fronte temporale corre parallelamente agli altri. Un po’ come un’audiocassetta. Sai cos’è un’audiocassetta, sì?»
«No, signore» disse Clark alzando gli occhi al cielo.
«È come una VHS, ma senza video.»
«Tutto chiaro, signore» commentò Clark, pur di evitare una nuova digressione sulle VHS.
«Il protocollo prevede l’invio di un atomo di idrogeno nei pressi di un buco nero chiamato Cygnus X-1 all’istante immediatamente precedente la destinazione del viaggio. L’arrivo di un nuovo atomo crea un fronte temporale che sovrascrive subito qualsiasi cambiamento dato dal viaggiatore. Ora è più chiaro?»
«Perché idrogeno, e perché nei pressi del buco nero?»
«Per assicurarci che il nuovo fronte abbia il più piccolo cambiamento possibile dal passato previsto. Hai presente la teoria del caos? Il battito d’ali di una farfalla in Brasile che causa un uragano in Florida?»
«Sì signore, fu il casus belli della Quarta Guerra Mondiale.»
«Già. Agli Stati Uniti non andava giù e dichiararono guerra al Brasile. Vedo che hai studiato storia, bravo. In ogni caso, per evitare un casino simile venne calcolato che un singolo atomo nei pressi di un buco nero a migliaia di anni luce da qui non avrebbe causato cambiamenti sensibili nelle condizioni della storia terrestre. Ora, il nostro scopo è scovare quali zone di spazio-tempo presentano cambiamenti dovuti a viaggiatori clandestini partiti senza cancellatore, rimediare alle modifiche, e possibilmente rintracciare il malfattore e dargli una bella sculacciata.»
Clark sorrise. «Simpatica metafora, signore.»
«Metafora?» disse perplesso Adams. Erano ormai giunti alla postazione di Johnson.
«Johnson, questo è Clark, la nostra nuova recluta. Clark, il Sergente Johnson, capo addestratore. Lui ti esporrà il lato pratico del lavoro, mentre io vado in conferenza per qualche minuto. Ci rivedremo alla macchina del tempo. A dopo.»
Adams uscì dalla sala mentre Johnson porse una sedia a Clark. «Andare in conferenza è slang cronopoliziesco per dire che vai al cesso» disse Johnson.
«Sarò breve, perché suppongo che il maggiore ti abbia già fatto una testa a pallone con le VHS. Il lavoro è facile. Il computer fa tutto. Devi solo osservare regolarmente le varie zone dello spazio-tempo, e se trovi una discontinuità clandestina inoltrare una richiesta di cancellazione con questo pulsante qui e una denuncia al Ministero per la Salvaguardia del Passato con quest’altro pulsante. Quando salirai di grado potrai pure partecipare alle operazioni di arresto dei clandestini e, se sei fortunato, avrai anche l’onore di procedere con la sculacciata.»
Clark annuì perplesso e osservò il terminale su cui avrebbe lavorato in futuro.
«Quanto spesso si trovano, le anomalie?» chiese a Johnson.
«Molto spesso» sospirò questi. «Non capisco cosa spinga la gente a farlo, ma c’è sempre da fare. Vedrai, non ti annoierai qui.»
Per qualche minuto Johnson presentò il lavoro, dopodiché si alzò e fece cenno a Clark di seguirlo. «Vieni, è l’ora del tuo battesimo del tempo.»

Clark e Johnson erano da più di venti minuti nella 17° Sala Viaggi. Clark scrutava l’interno della capsula di viaggio e i suoi pulsanti di controllo con l’entusiasmo di un bambino, mentre Johnson osservava impaziente l’orologio. Finalmente la porta della Sala si aprì e comparve Adams, pallido e sudato.
«Vi prego di perdonare il ritardo» si scusò «la conferenza è durata più del previsto. Il Maggiore Coulson era lì tutto il tempo e non mi ha fatto andare via finché non gli ho mostrato il risultato dei miei sforzi. Ma alla fine devo dire che era soddisfatto» disse con una nota d’orgoglio.
Clark e Johnson si guardarono imbarazzati.
«Perché il Maggiore Coulson era in… conferenza con lei?» chiese perplesso Johnson.
«Per i nuovi fondi del Ministero per il 2104. Cosa c’è di… oh. No, no, Johnson! Non ero al cesso, per Dio! Ero a contrattare i vostri stipendi, dovreste essermi grati. Allora, hai spiegato al nuovo arrivato il funzionamento della capsula?»
«Sì signore» annuì Johnson.
«Bene, cominciamo allora. Clark, prendi posto e pensa a una data che ti piacerebbe visitare.»
«Ce l’ho già in mente, signore» disse Clark sedendosi nel comodo sedile del modulo.
«Mi piace la tua risolutezza, figliolo. Allora, hai un’ora di esplorazione libera, dopodiché ti preghiamo di tornare al modulo e premere il pulsante di rientro. Non tentare di tornare inserendo una data, rischieresti di arrivare in un istante errato e creare un ennesimo fronte. Solo il pulsante di rientro è capace di calcolare l’istante esatto di provenienza sulla base del timestamp della macchina. In caso di emergenza possiamo richiamarti direttamente da qui, ma è un’operazione che costa un sacco di soldi e non mi sono abbassato i pantaloni davanti al Maggiore Coulson solo per poter sprecare l’intero budget per recuperarti.»
«Signore, è sicuro che non fosse al gabinetto?» chiese Johnson.
«Potevo usare una metafora migliore in effetti. Comunque, qui è tutto pronto. Clark, che data hai pensato?»
Clark armeggiò col terminale di comando della capsula, inserì la data e si rivolse ai superiori con sguardo interrogativo.
«Cosa succede se metto una data futura?»
«Gli appunti di Hunter e Swanson parlano chiaro, non succede un bel niente» rispose Adams.
«Quindi se metto 2105 e premo, non…»
Johnson e Adams non fecero in tempo a sentire la fine della frase. Clark scomparve nello spazio-tempo alla pressione del pulsante.
Ci furono dei lunghissimi secondi di silenzio, poi fu il panico.
«Dove cazzo è andato?!?» gridava sconvolto Adams «Johnson, dove cazzo è andato quello stronzo?»
«Non lo so!» rispose Johnson agitato «nei monitor non compare! Non rilevano niente oltre il 2103… non dovrebbe esistere niente!»
«Richiamalo! Non mi importa quanto verrà a costare, richiamalo subito! Fanculo la spesa, la ripagheremo vendendo i suoi organi al mercato nero!»
«Il sistema non me lo permette, signore!»
«Cazzo! Ma come diavolo è possibile?» imprecava Adams, mentre girava per la stanza in preda al panico. «Il viaggio in avanti non è possibile! Ci sono teoremi, ci sono dimostrazioni!»
«Scusi la domanda, signore, ma… ci avevate mai provato, a viaggiare in avanti nel tempo?»
«No!» sbraitò Adams «perché avrei dovuto? Avevamo la testimonianza di anni e anni di…»
Ci fu un lampo di luce e Clark ricomparve nel modulo, lasciando Johnson e Adams di stucco per qualche secondo. Dopodiché il maggiore prese un bel respiro, si ricompose, si sistemò la cravatta e sorrise amorevolmente a Clark.
«Brutto pezzo di merda!» gli urlò contro, sputando fuoco dagli occhi e gettandogli le mani al collo. Dovette intervenire Johnson per trattenerlo ed evitare un occhio nero al suo nuovo e futuro ex collega. «Come ti è saltato in mente di… di… Dio santo, devo sedermi.»
Si diresse in affanno a una sedia e vi si poggiò, prendendo grossi respiri per rallentare il cuore.
«Era giusto per provare!» provò Clark a discolparsi «Avevate detto che non sarebbe successo niente, per cui non pensavo di fare nulla di male. Ma ho delle notizie molto importanti che Clark voleva comunicarvi.»
«Ci mancava solo che iniziasse a parlare di sé in terza persona. Ti sei bevuto il cervello, ragazzo?» disse Adams.
«Ecco, è complicato, perciò Clark mi ha detto di leggervi questo» disse Clark togliendo dalla tasca della giacca un bloc notes.
«Maggiore Adams, Sergente Johnson, quello davanti a voi non è lo stesso Clark che avete visto partire. Pensate alla signora Swanson che torna nel passato e vede se stessa intenta a salvare il marito. Chi vi sta leggendo queste righe è l’equivalente della signora Swanson che salva il marito: una traccia residua, un fotogramma della VHS (già che c’ero son tornato nel 1990 per farmi una cultura). Ho passato più di dieci anni girando nel futuro per capire cosa fosse successo. E quando avevo tutti i dati necessari, sono tornato nel 2105 per incontrare me stesso subito dopo il viaggio, mi sono intercettato e mi sono rispedito da voi usando la mia macchina, per essere sicuro di raggiungervi nel corretto fronte temporale. Quello che ho da dirvi non vi piacerà, ma devo dirvelo. Il fronte in cui vi trovate, in cui io stesso sono nato, non è il fronte iniziale, non è il vero presente. Per questo mi è stato possibile viaggiare in avanti. Siamo nati da uno dei primi viaggi, dai tempi in cui gli effetti non erano stati ancora sviscerati a dovere e non esistevano Ministeri per la Salvaguardia del Passato. E nel fronte iniziale tuttora non esistono. Per questo motivo si scoprono così tanti clandestini: le modifiche provengono da un’epoca futura in cui il viaggio nel tempo non è regolamentato. Ma pensate alle conseguenze di quanto vi sto dicendo: siamo noi stessi dei clandestini. Essendo un fronte nato da un viaggiatore del futuro, il nostro passato non dovrebbe esistere. E la Cronopolizia stessa lo sta involontariamente condannando a morte, forzando il ripristino di un corso di eventi che non prevede la nostra creazione. Io non so quali saranno gli effetti di questa lettera, né m’interessano. Nel futuro ho trovato l’amore e non ho intenzione di tornare. Del mio passato non m’importa niente, vivo per il presente e il futuro, e soprattutto non ho bisogno di una VHS per ricordarmi chi sono. Addio, e grazie di avermi fatto vivere questa esperienza.»
Il silenzio in sala durò per vari minuti durante i quali Adams aveva mantenuto lo sguardo fisso nel vuoto.
«Beh» disse infine, sospirando «direi che questo segna la fine del corpo di Cronopolizia. Vado a parlare col Ministro.»
Si alzò e uscì a passo lento dalla sala, senza salutare. Johnson guardò Clark e gli sorrise tristemente.
«Non male come primo giorno di lavoro.»

Disclaimer: qualora in queste pagine non aveste trovato il best seller di Agatha Swanson ma una qualsiasi altra narrazione, è probabile che non vi troviate nel fronte temporale primario e che qualcuno abbia sovrascritto il vostro passato. Recatevi alla più vicina centrale di Cronopolizia per accertamenti. 

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